Luigi Ferrigno nasce a Venezia nel 1935. La passione per la fotografia è decisamente precoce, tanto che nel 1957 diviene socio del circolo fotografico "La Gondola" collaborando da subito alla Prima Mostra Internazionale Biennale di Fotografia svoltasi appunto in quell'anno a Venezia.
Ferrigno è influenzato, come racconta in una sua intervista, dalla fotografia documentarista e dal foto-réportage. Emulò, negli scatti in bianco e nero risalenti agli anni '50 e '60 del novecento, fotografi come Lewis Hine o Berenice Abbott o quelli a lui più vicini come Robert Capa e Cartier-Bresson che via via influenzarono la fotografia, e il dibattito su di essa, anche in Italia.
Ferrigno fotografa la sua città in ogni angolo e in ogni situazione approfondendo così la conoscenza del proprio territorio. Nella sua produzione di questi anni possiamo vedere immagini scattate tra la gente nelle strade e sui campi e foto scattate in interni di.
Il bianco e nero di Ferrigno, pur mantenendo le caratteristiche di drammaticità tipiche di questa tecnica fotografica, viene in parte attenuato dal "mosso" che spesso usa, complice anche le sensibilità delle pellicole di allora, che nel mitigare l'impatto visivo ci permette anche di immaginare uno sviluppo temporale del soggetto fotografato.
Nel 1962, assieme ad un gruppo di fotografi dissidenti, abbandona il circolo "La Gondola" per fondare un nuovo circolo fotografico "Il Ponte". Assieme a Ferrigno a fondare Il Ponte furono Gianni Berengo Gardin, Giuseppe (Bepi) Bruno, Luciano Carraro, Paolo Magnifichi ai quali, in seguito, si unirono altri appassionati di fotografia.
Ferrigno, negli anni immediatamente successivi alla fondazione del circolo Il Ponte, dovette, per problemi di lavoro, abbandonare temporaneamente la sua attività di fotografo che riprese soltanto agli inizi degli anni '90, in parte abbandonando il bianco e nero e lavorando in diapositiva, sia nel piccolo formato che nel medio. L'indagine, da questo momento, si sposta verso i monumenti, le chiese e le pietre della sua città.
Non più un'indagine sociale ma finalizzata a documentare l'esistente, in collaborazione anche con il servizio di Protezione Civile del Comune.
Recentemente Ferrigno è tornato ad orientarsi verso una fotografia che lo vede impegnato nella ricerca degli elementi essenziali che danno forma agli oggetti e alla natura, un'indagine alla quale Ferrigno è approdato dopo aver incrociato alcuni movimenti pittorici moderni e contemporanei, con ciò nuovamente innescando una antica discussione che riguarda la fotografia: se sia l'eterna figlia minore della pittura o se abbia diritto ad un posto stabile tra le arti del ventesimo secolo.