Collezione di immagini e documenti sul campo trincerato
I Forti di Mestre sono oggi al centro di un fervido interesse da parte della comunità mestrina che ne riconosce il grande valore storico, culturale, ambientale e sociale.
Per questo motivo l'Assessorato all'Ambiente del Comune di Venezia, che ha assunto il coordinamento delle attività inerenti il campo trincerato, ha pensato di predisporre uno strumento che permetta ad un pubblico vasto ed eterogeneo, quale quello della rete internet, di accedere a numerosi materiali e documenti, ciascuno dei quali costituisce un piccolo pezzo del puzzle che rappresenta i forti nella loro complessità.
Questa collezione non può essere esaustiva, ma con il tempo speriamo possa diventare sempre più ricca di informazioni, grazie soprattutto all'aiuto delle associazioni che gestiscono i Forti, che con il loro lavoro, giorno per giorno, li rendono accessibili ai cittadini e contribuiscono a mantenere vivo l'interesse.
Chiunque può aiutare a far crescere la raccolta, mettendo a disposizione fotografie, filmati, immagini, documenti, progetti e tutto ciò che costituisce un frammento della memoria o un proposito per il futuro dei Forti del Campo Trincerato di Mestre.
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Al Forte Gazzera, le due polveriere erano collocate ai lati della struttura, ma la soluzione fu giudicata ben presto infelice per l'alto tasso di umidità portata dal fossato. Nei forti Carpenedo e Tron, infatti, queste vengono già spostate nel traversone centrale, più protetto, sicuro e pratico.
Nel Novecento, con le trasformazioni di questi tre forti dove il traversone viene utilizzato per le batterie in pozzo, e con la costruzione di forti di nuova concezione, le polveriere vengono definitivamente eliminate.
Costruito nel centro dell'allora esistente bosco di Carpenedo, si differenzia da forte Brendole (vedi forte Gazzera), costruito nello stesso periodo, per notevoli caratteristiche: venne ritenuto conveniente portare le due polveriere nel traversone centrale, togliendole dal fianco dell'opera per renderle più asciutte. Inoltre, considerando che in caso di emergenza parte della guarnigione avrebbe potuto trovare ospitalità nei forti Brendole e Marghera, vennero soppresse le stanze alle estremità dello stesso traversone ed eliminati conseguentemente gli archi che lo collegavano al resto dell'opera.
Gemello di forte Sirtori, si trova adagiato sulle anse del fiume Dese, tra Favaro Veneto e Dese.
Era armato con quattro cannoni 149A, in cupola, e da due laterali 75A.Controllava principalmente la linea ferroviaria verso Trieste.
Costruito nel 1883, tra il fiume Marzenego e il Rio Dosa, è il più vecchio dei tre forti di prima generazione. In un'area complessiva di 15 ettari venne ideato, come i forti Carpenedo e Tron, secondo la tipologia delle opere del progettista svizzero Salis Soglio, realizzatore delle fortificazioni austriache di fine Ottocento.
Costruito in mezzo a paludi e barene con la funzione di proteggere le principali vie di comunicazione tra Venezia e la terraferma, venne iniziato dai francesi nel luglio del 1805 e subito ripreso dagli austriaci e portato a termine nel 1813. La sua struttura tipica delle fortificazioni bastioniate poligonali dell'Ottocento, aveva anche lo scopo di contenere un'armata per il controllo della terraferma ed un ruolo di rifugio in caso di assedio, visto che non era facilmente attaccabile dalla laguna.
Costruito nel 1911 in località Gatta, tra forte Carpenedo e forte Gazzera, controllava principalmente la strada per Treviso e la ferrovia per Udine. Sviluppato su poco meno di 11 ettari, aveva sei postazioni in pozzo con cannoni 149A e quattro mitragliere a scomparsa. Si trattava di una struttura compatta di calcestruzzo, lunga 123 metri e larga circa 16 nella parte centrale, 20 alle due estremità, circondata da un largo fossato che aveva lo scopo di ostacolare le aggressioni ravvicinate.
Era la punta avanzata dello schieramento mestrino. Collocato ai margini della Valle Pagliaga, il forte si ergeva su un terreno basso e paludoso, scoperto, racchiuso dall'ansa che il Dese descrive a sud di Altino prima di raggiungere il "canale dell'Usellino".
Collocato in località Ponte Damo, poco a nord di Gambarare e vicino al Naviglio Brenta, è il forte che sostituisce definitivamente l'opera di Malcontenta e chiude il fronte sud del campo trincerato.
In origine, doveva essere il primo e più importante forte del campo trincerato di Mestre, dato che era stata più volte evidenziata la sua importanza strategica.
Viene finalmente costruito nel 1907 ed ha una struttura unica e notevolmente diversa da quella degli altri forti di inizio Novecento.
Costruito su due piani fino ad una altezza superiore ai nove metri, aveva un aspetto un po' fantascientifico per i quattro pozzi con mitragliatrice che spuntavano in mezzo al terrapieno frontale.
Costruito nel 1911 nei pressi di via Miranese e a controllo delle linee ferroviarie della Valsugana e Padova, il forte era armato con quattro cannoni installati in pozzo, girevoli su 360 gradi e protetti da cupole corazzate.
La struttura, come negli altri forti, era in calcestruzzo (purtroppo senza ferro e cemento armonico) e doveva servire a proteggere le postazioni dal tiro di cannoni di medio calibro.
Gemello del Carpenedo, venne costruito a Sabbioni, in terreni compresi nei comuni di Gambarare, Oriago e Chirignago.
Con un'area di 18.55 ettari, era praticamente costretto da tre corsi d'acqua: a sud lo scolo pubblico detto Lusore-Brentella, a nord il canale Cime, o Tron, a ovest lo scolo consorziale detto Fossa Padovana. Cime e Bretella alimentavano le acque del fossato mediante due condotti controllati da chiuse.