Sindacato di studi per imprese elettrometallurgiche e navali nel Porto di Venezia
La Società Porto Industriale venne costituita a Venezia il 12 giugno del 1917. La sua istituzione fu preceduta dalla creazione, avvenuta qualche mese prima (febbraio 1917), del “Sindacato di studi per imprese elettrometallurgiche e navali nel Porto di Venezia”, ente sorto per iniziativa di un emergente gruppo capitalistico veneziano accomunato da interessi finanziari in plurime attività e società operanti su scala nazionale ed internazionale. Tale Sindacato, presieduto da Giuseppe Volpi, era costituito, oltre che da privati appartenenti a vari gruppi industriali e bancari, da numerose imprese attive in diversi settori: elettrico (SADE e la Cellina), ferroviario e marittimo (Società veneta di navigazione a vapore e la Società veneta per costruzione ed esercizio di ferrovie secondarie), siderurgico (fra cui la Franco Tosi), meccanico e di costruzioni (officine meccaniche di Battaglia e Savinem e la Edoardo Almagià). Obiettivo principale di questo potente gruppo di interessi e capitali riuniti nel Sindacato era oltre a quello di imporre allo Stato la creazione di un moderno porto industriale-commerciale in laguna, anche quello di costruirvi a ridosso una vasta area industriale per attirarvi il maggior numero di imprese.
Il Sindacato affidò all’ingegner Coen Cagli l’incarico per lo studio di un progetto per il nuovo porto di Venezia in terraferma, con funzioni sia commerciali che industriali e produttive.
Trasformatosi in Società Porto Industriale di Venezia, l’ente ottenne il totale appoggio governativo grazie ad un abile gioco di mediazioni ed intrecci politico-imprenditoriali oltreché ad una considerevole commistione di interessi privati e pubblici. Ciò permise che la Convenzione tra Stato, Comune di Venezia e Società Porto Industriale per la costruzione del nuovo porto industriale a Marghera venisse in breve tempo firmata a Roma e resa esecutiva (decreto Luogotenenziale 26 luglio 1917, n. 1191).
Alla Società Porto Industriale fu affidata la gestione delle aree, ossia la loro acquisizione (con i relativi espropri) e la loro rivendita alle industrie richiedenti, in accordo con il Comune. Le aziende assegnatarie avrebbero realizzato gli impianti e tutte le opere per la movimentazione delle materie prime e dei prodotti (banchine, ormeggi, gru).
Come stabilito nello Statuto del 1917 gli scopi della Società Porto Industriale consistevano:
a) esecuzione – secondo correlativa concessione amministrativa – delle opere portuali e ferroviarie, ordinarie e straordinarie del Porto Industriale di Venezia, in terraferma, nella località Marghera, secondo i Progetti ed i Piani approvati dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici in data 15 maggio 1917 e loro varianti e ampliamenti avvenire;
b) esercizio – secondo la stessa concessione Amministrativa di questo Porto di tutti i servizi marittimi portuali contemplati nella Parte I Titolo III del Codice per la Marina mercantile; salvo i soli servizi di terra e di mare, il servizio di pilotaggio, la polizia giudiziaria, la giurisdizione penale marittima del Porto, la pubblica sicurezza, la sanità pubblica e la dogana;
c) gestione di tutto il patrimonio immobiliare e mobiliare di cui verrà in possesso nell’attuazione degli scopi di cui sopra;
d) spese di qualunque natura si rendano necessarie per il raggiungimento degli stessi scopi;
e) in genere a tutto quanto rientra nella concessione di cui sopra e si riferisce alla funzione e alla attività del Porto suddetto e del territorio attiguo».
In sostanza il governò attribuì alla Società Porto Industriale la costruzione delle opere che comprendevano il completamento e l’approfondimento del canale di navigazione tra Giudecca e Bottenighi, lo scavo di un canale industriale prospiciente le banchine e di una darsena da connettere al cantiere navale, l’apertura di un bacino per lo scarico delle merci povere, la realizzazione delle strade di accesso e dei raccordi con la stazione di Mestre. Nella convenzione la Società Porto Industriale ottenne il diritto al rimborso delle spese sostenute, la gestione dei servizi portuali e inoltre l’incarico di procedere direttamente agli espropri e alla loro concessione alle imprese.
La convenzione tra Stato, Comune e Società Porto Industriale cessò nel 1946. All’indomani si rese necessario un nuovo sistema di gestione e assegnazione delle aree industriali, che portò nel dicembre 1958 alla istituzione del “Consorzio per lo sviluppo del Porto e della zona industriale di Marghera”, composto dalla Camera di Commercio Industria e Agricoltura, il Comune, la Provincia e il Provveditorato al Porto. Il settore di attività legato alla logistica fu invece affidato alla Società Raccordi Ferroviari.
Scheda a cura di F. Porchia; revisione A. Pozzan